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Carceri. Antigone: "finalmente ci sia un processo per le violenze che sarebbero avvenute nel carcere di Ivrea"

16181431944 a940ea9001 zSono 28 gli indagati per le violenze che sarebbero avvenute nel carcere di Ivrea a cavallo tra il 2015 e il 2016. 27 sono agenti penitenziari e uno un medico in servizio presso il carcere. I reati contestati sono, a vario titolo, lesioni e falsi aggravati. I fatti emersi nel tempo sarebbero a tutti gli effetti riferibili alla fattispecie della tortura, introdotto tuttavia nel codice penale solo successivamente a queste contestazioni e per questo non contestabile. 

"Ad Antigone - sottolinea l'avvocata Simona Filippi, che per l'associazione segue il contenzioso legale - erano stati riportati questi fatti e si era proceduto alla presentazione di diversi esposti alla Procura di Ivrea, territorialmente competente. Altrettante denunce erano state presentate anche dal Garante comunale della città piemontese. Nei mesi successivi - sottolinea Filippi - si era registrato un sostanziale immobilismo da parte della Procura eporediese. La mancanza di indagini che avevamo più volte denunciato portò a ben due richieste di archiviazione. Ad entrambe ci opponemmo chiedendo infine l'avocazione delle stesse indagini al Procuratore generale presso la Procura di Torino. Istanza di avocazione che venne accolta. A settembre scorso erano arrivati gli avvisi di garanzia e oggi l'iscrizione nel registro degli indagati". 

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Un rapporto sulle carceri dell'Emilia-Romagna

323279411 903680743977369 2675782803069323601 nLa sede dell'Emilia-Romagna di Antigone ha pubblicato nei giorni scorsi un rapporto dove fa il punto sulle carceri della regione che, nel corso del 2022, sono state visitate con l'Osservatorio sulle condizioni di detenzione della nostra associazione.

Il quadro che emerge è molto complesso. Le carceri della regione registrano spesso elevati livelli di sovraffolamento; a fronte di un numero molto alto di detenuti condannati in via definitiva il numero degli educatori (funzionari giuridico pedagocici) è al di sotto di quanto previsto dalle piante organiche. Le maggiori problematiche si riscontrano all’interno delle sezioni di media sicurezza ove, peraltro, è ristretta la maggior parte della popolazione detenuta. È all’interno di queste che si rilevano spesso condizioni strutturali peggiori, soprattutto all’interno delle celle che appaiono in molti degli istituti visitati caratterizzati da mobilio vecchio, sprovviste di docce all’interno, prive di acqua calda. Si tratta di istituti piuttosto datati, le cui carenze strutturali non sembrano poter essere sanate con meri interventi di manutenzione. Le visite del 2022 restituiscono inoltre un ulteriore elemento di complessità dovuto alla carenza di personale sanitario all’interno degli istituti.

Tutte criticità che vengono messe in risalto in questo rapporto.

SCARICA E LEGGI IL RAPPORTO QUI

41-bis. Il dossier di Antigone

8197402220 564af88270 oIn queste settimane in cui il caso di Alfredo Cospito ha riacceso l'attenzione intorno al regime detentuvo di cui all'articolo 41-bis, secondo comma dell'Ordinamento Penitenziario, abbiamo deciso di realizzare un dossier nel quale si ricostruisce la normativa relativa a questo regime, a partire dal 1992 sino alla giurisprudenza più recente.

Tornare alle radici della misura è utile per comprendere quanto nel tempo si sia espanso nei numeri e nelle restrizioni.

In conclusione proponiamo, attraverso alcune raccomandazioni, anche alcune sostanziali modifiche al regime, questo alla luce delle considerazioni del Garante Nazionale e del Comitato europeo per la prevenzione della tortura, nonché delle sentenze delle Corti interne e internazionali.

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L'intervento di Antigone alla Consulta nell'ambito del caso Cospito

cospitoIeri si è tenuto un convegno (qui la registrazione completa) nel quale si è discusso del caso Cospito e dell'intervento che Antigone ha predisposto e con cui interverrà presso la Corte costituzionale, nell'ambito della questione di costituzionalità sollevata dalla Corte di assise d'appello di Torino, in merito ad una disposizione contenuta nella legge Cirielli.

In particolare, la questione di legittimità costituzionale sollevata riguarda l'art. 69, quarto comma, del Codice penale, che non consente che ai recidivi vengano riconosciute circostanze attenuanti prevalenti sulle aggravanti, in modo da consentire una quantificazione della pena adeguata alla minore gravità del reato in concreto commesso. 

Il caso riguarda Alfredo Cospito ed un suo attentato del 2006 ad una caserma di Carabinieri nel quale nessuno rimase ucciso o ferito. Se fosse riconosciuta l'incostituzionalità della norma, a Cospito potrebbe essere comminata una pena massima che va dai 20 ai 24 anni, anziché l'ergastolo.

Questo è il testo dell'amicus curiae di Antigone.

Alfredo Cospito: con A Buon Diritto e Amnesty International Italia chiediamo al ministro Nordio la revoca del 41-bis

Cospito Alfredo

Le organizzazioni per i diritti umani A Buon Diritto, Amnesty International Italia e Antigone hanno inviato una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio esprimendo forte preoccupazione per la vita di Alfredo Cospito, in sciopero della fame dal 20 ottobre 2022 per protestare contro il regime speciale del 41-bis a cui è sottoposto continuativamente dal maggio 2022. 

Nonostante il trasferimento del detenuto dal carcere di Bancali, a Sassari, presso quello di Opera, a Milano, in cui è presente un centro clinico per i detenuti per interventi medici di urgenza in caso di bisogno, le tre organizzazioni riscontrano con preoccupazione la permanenza di Cospito nel regime di detenzione speciale ex art. 41-bis e il pericolo ormai gravissimo per la sua salute. 

“La possibilità della morte di Cospito in custodia dello Stato è drammatica, soprattutto alla luce delle condizioni detentive a cui è attualmente sottoposto, che prevedono isolamento prolungato ed escludono ogni contatto umano significativo. La pena, secondo il dettame costituzionale, non deve mai essere contraria al senso di umanità”, affermano le tre organizzazioni che, per tali ragioni, chiedono la revoca immediata del regime di detenzione speciale del 41-bis applicato nei confronti di Alfredo Cospito.

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Leggi anche il nostro dossier sul caso Cospito.

Allargare lo sguardo oltre il carcere di Opera

8196398253 b323a88bf7 o 1di Patrizio Gonnella, su il manifesto del 1 febbraio 2023

In primo luogo va ricordato che il codice penale in vigore, compreso il reato di cui all’articolo 285, è intriso di cultura politica illiberale. Per il delitto di strage, devastazione e saccheggio, nella sua originaria versione, era prevista addirittura la pena di morte. Cospito, anche a causa degli irrigidimenti previsti per i recidivi all’interno dell’orribile legge Cirielli del 2005, dovrebbe scontare la pena dell’ergastolo, pur non avendo ammazzato nessuno. 

Una vera anomalia – in pieno contrasto con quel principio di legalità in senso stretto che ci ha insegnato Luigi Ferrajoli – a cui si spera la Consulta metta riparo. Antigone depositerà un suo atto di intervento davanti alla Corte Costituzionale. Il prossimo 13 febbraio lo presenteremo alla Fondazione Basso a Roma insieme a Juan Patrone e Franco Ippolito. 

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Un dossier sul caso Cospito

cospitoUn dossier dove ricapitoliamo il caso che riguarda Alfredo Cospito, detenuto al regime di 41-bis e da oltre 100 giorni in sciopero della fame. 

Un documento che ricapitola il quadro complessivo degli eventi, degli addebiti e delle decisioni prese da Corti e Ministero. 

Crediamo importante infatti che il caso venga conosciuto e finalmente affrontato nel rispetto della legalità costituzionale e dei diritti inalienabili della persona.

LEGGI IL DOSSIER (IN ITALIANO e IN INGLESE)

Cospito. Antigone: "la ragionevolezza giuridica non rende debole uno Stato"

Cospito Alfredo"Spetta allo Stato, al Ministro della Giustizia, ai giudici prendere una decisione che salvi la vita di Cospito revocando la misura del 41 bis e garantendo che la pena nei suoi confronti sia rispettosa del principio di umanità. Lo chiediamo da settimane, a prescindere da qualunque pressione di piazza, e la richiesta si fa ogni giorno più ineludibile. Questo deve fare uno Stato forte e disinteressato alle provocazioni. Ci appelliamo al Ministro per una decisione umanitaria e politica che non si faccia condizionare da eventi esterni. Intervenire sul caso Cospito significa riportare il caso dentro un’area di ragionevolezza e umanità che è l'unica che deve riguardare lo Stato e le sue istituzioni". 

Le dichiarazioni di Patrizio Gonnella, presidente di Antigone.

San Vittore. Una donna incinta di due gemelli in carcere senza copertura ginecologica. Antigone: "si intervenga"

Donna carcereUna donna incinta di due gemelli è ristretta presso il carcere di San Vittore. La detenuta, in attesa di giudizio, ha ricevuto un’ordinanza ex art. 285 presso l’ICAM, ma la struttura a custodia attenuata non prevede una copertura sanitaria h24,e quindi si è proceduto alla collocazione presso la casa circondariale milanese, dove, tuttavia, non è presente un ginecologo (a fronte di oltre 90 detenute ristrette). Questo caso si somma ai molti casi registrati nel 2022 (compresa la vicenda della detenuta che aveva perso il bambino in corso di detenzione che Antigone aveva denunciato nei mesi scorsi). 

Il numero è stato così elevato anche perché con circolare n° 10998 del 30 maggio scorso la Procura di Milano ha deciso di modificare il proprio precedente indirizzo del 2016 volto ad evitare l'ingresso in carcere alle donne incinte o con prole di età inferiore ad un anno, soggetti che in caso di esecuzione penale normativamente non possono permanervi ex art. 146 c.p. (differimento obbligatorio della pena). Oggi le forze dell’ordine sono obbligate, in presenza di un ordine di esecuzione, ad accompagnare queste persone in carcere in attesa che il magistrato di sorveglianza prenda atto delle condizioni che ne impediscono la permanenza. 

“Milano rappresenta un’anomalia in Italia, e continua a prevedere l’invio in carcere per donne in gravidanza, mettendo a rischio la loro salute e quella del bambino, proprio perché le strutture non sono adeguate per questo tipo di presa in carico". A dirlo è Valeria Verdolini, presidente della sede lombarda di Antigone. "Auspichiamo quanto prima - prosegue la Verdolini - la revoca della circolare e il ripristino della sospensiva in vigore dal 2016, e tutte le forme di cautela e protezione in qualunque fase della detenzione”.

Detenuti semiliberi. C'è ancora spazio per intervenire

8196398253 b323a88bf7 oDopo due anni e mezzo in cui circa 700 detenuti semiliberi - a fronte delle normative per l'emergenza Covid-19 - hanno potuto non far rientro in carcere la notte, dal 31 dicembre, sono tornati nuovamente negli istituti. Nell'ultimo decreto legge dell'anno, approvato proprio agli sgoccioli del 2022, il Governo non aveva infatti voluto inserire un articolo che prorogasse questa misura, facendo fare un passo indietro nel percorso di reintegrazione di queste persone. 

Tuttavia c'è ancora spazio per dare un senso pieno alla pena, in linea col dettato Costituzionale. Il Parlamento, infatti, sta esaminando l'AS 452 (d-l 198/2022 - proroga termini legislativi) che dovrà convertire in Legge. Attraverso un emendamento si potrebbe intervenire.

I detenuti semiliberi che hanno usufruito delle licenze  straordinarie non hanno in questi anni fatto parlare di sé, nessuno di loro ha commesso reato durante la permenza in casa nella notte. Il comportamento tenuto è stato sempre  regolare. Qual è oggi il senso di farli tornare in carcere ogni sera, dopo due anni e mezzo di vita in  famiglia e immersi nella società? Sradicarli da una già avvenuta integrazione sociale per ricondurli  in un contesto detentivo e dunque per definizione separato. Se la pena deve tendere alla reintegrazione, ciò è privo di senso. 

In un nostro contributo inviato alla Commissione Parlamentare di competenza auspichiamo quindi che il Parlamento possa intervenire.

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